Ma prima, una piccola introduzione storica.
La dissoluzione dell'URSS fu un processo in sé veloce e irreversibile. Una volta fondata la CSI dai Presidenti di RSFSR (Eltsin), SSR Ucraine e SSR Bielorussa, senza consenso o previa consultazione con il Presidente dell'URSS (Gorbachev), una volta che quest'ultimo dichiarò cessato il suo ruolo e disciolta l'Unione, divenne immediatamente chiaro che, come scrisse l'accademico Yurchak, "tutto era per sempre, finché non ci fu più".
L'Unione Sovietica nella sua veste di stato Marxista-Leninista era scomparsa per sempre dagli atlanti geografici. Però, come anche Lenin scoprì nel 1917, un decreto non produce automaticamente una realtà completamente diversa da quella precedente. La neonata Federazione Russa si trovò orfana di un'identità, schiacciata tra riadozioni di simbologie zariste e rimanenze dell'ingombrante passato Sovietico. Per intenderci, ad oggi sulla Duma di Stato Russa, sul Ministero degli Esteri, sul Ministero degli Interni, sul Centro di Difesa Nazionale, sulla Biblioteca Statale, sul quartier generale dell'FSB etc. campeggiano ancora granitici i massicci simboli dell'URSS (invece rimossi da edifici quali il Cremlino o il Bolshoi a Mosca e lo Smolny a San Pietroburgo).
Se tutt'ora ad oggi non esiste città Russa senza dozzine di vie recanti nomi Sovietici o senza un monumento a Lenin, figuriamoci se venticinque anni fa si poteva pensare di eliminare tutto ciò che "sapeva di URSS" in qualche mese. Dato che questo non era ovviamente possibile, la Federazione Russa del primi anni '90 si trovò persa in un guazzabuglio simbologico.
La Federazione Russa era figlia diretta della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, ereditandone i confini, mentre dall'URSS essa ereditò il seggio nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU e l'arsenale nucleare. Questo era il suo, famosissimo, simbolo di stato.
Già prima che la RSFSR rinunciasse agli aggettivi "Socialista" e "Sovietica", vi erano state delle proposte alternative per il simbolo di Stato.
Una volta defunto l'URSS e la RSFSR stessa, si pose la questione di che simboli adottare. La scelta della bandiera fu ovvia: il tricolore Zarista e poi del Governo provvisorio e Repubblica Russa del 1917 (Febbraio-Ottobre).
Per quel che riguarda il simbolo di stato, vi fu invece grande travaglio e tra il 1991 e il 1993 la Federazione Russa adottò semplicemente il simbolo della RSFSR, sostituendo i nomi.
Questa piccola introduzione vuole solo essere una base storica per la discussione del fatto che, sempre tra il 1991 e il 1994, i fregi delle neonate Forze Armate della Federazione Russa, furono o semplicemente quelli Sovietici o delle versioni "di prova", mai adottate ufficialmente ed estremamente difficili da rintracciare.
Posto dunque il mio ultimo acquisto, questo raro fregio "di passaggio" nella versione argentata per personale tecnico. Ne esisteva anche uno in metallo dorato, mentre invece non ho prova che questo disegno - ossia la semplice eliminazione della falce e martello - sia stato adottato per gli altri fregi a fronde di varie dimensioni.
Posto poi due fregi che sto cercando da anni e che temo non riuscirò mai a trovare . Come vedete in questo caso vi è una minima variazione dal disegno originale Sovietico, ma il concetto è lo stesso del fregio precedente: mantenimento della stella, scomparsa della falce e martello. Come invece discusso in questo topic, http://www.rkka.it/forum/viewtopic.php?f=53&t=28757 , i fregi moderni della Federazione Russa coniugano i colori di San Giorgio dei fregi Zaristi e la forma e stella (ora però a bassorilievo) di quelli Sovietici.