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Prima di mostrare i pezzi che costituiscono il cuore del topic..il solito pistolotto storico che non vi potete evitare!
Si arruolò nell'Esercito Imperiale Russo nel 1903 divenendo un cavalleggero del 46° Reggimento Cosacco. Partecipò alle ostilità della disastrosa Guerra Russo-Giapponese del 1904-05. Poi studiò in Accademia militare, eccellendo su tutti.
Nella Prima Guerra Mondiale servì come ufficiale in un Reggimento di Dragoni della Divisione di Cavalleria del Caucaso, ottenendo in battaglia la 4° cl. della Croce di S. Giorgio, revocatagli successivamente per uno scontro con un'altro ufficiale con il quale si lamentò del trattamento inaccettabile dei soldati.
A Budënnyj venne comunque ri-conferita poco dopo la 4° cl. della quale era stato privato, insieme con tutte le rimanenti tre della Croce di S. Giorgio per il suo valore in diverse battaglie contro gli Ottomani.
Passò al fronte rivoluzionario nel 1917 e organizzò i primi embrioni di quella che diventerà la 1° Armata a Cavallo già a inizio 1918, quando incontrò anche Stalin e Voroshilov. L'anno dopo Budënnyj, ormai a comando di una delle forze Bolsheviche più importanti del fronte sud, entrò nel partito e Voroshilov divenne Commissario Politico della sua Armata a Cavallo.
Nella guerra Sovietico-Polacca (1919-21) Budënnyj giocò inizialmente un ruolo positivo, ma all'alba della battaglia finale, che avrebbe potuto determinare lo sfondamento dell'Armata Rossa verso la Germania, scossa da insurrezioni operaie, Budënnyj diresse la 1° Armata a Cavallo su Lviv. Le forze Bolsceviche sotto il comando di Tuchačevskij vennero quindi sconfitte, così come l'Armata a Cavallo stessa, arrivata in ritardo e ricacciata indietro da minori forze Polacche. Gli storici non concordano sulla vera natura dell'episodio di Lviv. Le frizioni all'interno dell'Alto Comando della RKKA erano ben conosciute, così come la vicinanza di Budënnyj, Voroshilov e Stalin e la loro rivalità con Tuchačevskij. Esistono prove che Budënnyj e Voroshilov agirono quasi indipendentemente nella loro decisione di muovere su Lviv e che questo cruciale ritardo, insieme con altri problemi ed errori del Commissariato per la Guerra, determinarono le disastrose sconfitte di Varsavia, Lviv stessa e Komarow.
Budënnyj, indiscusso maestro della guerra di cavalleria, divenne, insieme con Voroshilov, Tuchačevskij, Yegorov e Bljucher, Maresciallo dell'URSS. Una delle pagine più nere della sua storia è la sua completa inettitudine militare di fronte alla meccanizzazione e modernizzazione della guerra. Strenuo oppositore delle innovative tecniche militari di Tuchačevskij, basate su un'attenzione sempre maggiore alle forze corazzate, Budënnyj oppose ad esse un conservatorismo cieco e suicida. Ben contento di vedere il rivale perire, insieme con Yegorov e Bljucher nell'orgia di morte e distruzione che fu il Grande Terrore, Budënnyj "epurò" l'RKKA delle innovazioni di Tuchačevskij. Le formazioni meccanizzate indipendenti vennero riaccorpate a inutilmente vaste divisioni di fanteria.
La battaglia di Khalkhin Gol aveva già dimostrato la genialità delle teorie di Tuchačevskij, specialmente delle "operazioni di profondità". L'Operazione Barbarossa tristemente rivendicò la stessa verità, vedendo il fronte Sovietico venire travolto. Tra le tante dinamiche che causarono il più grande disastro nella storia militare Sovietica, vi fu anche l'immobilismo dei corazzati Sovietici di fronte all'oliata macchina della Blitzkrieg Nazista.
Già nel 1942, dopo che sia Budënnyj sul fronte sud che Voroshilov a Leningrado fallirono nei loro compiti militari e vennero accantonati per comandanti più competenti, le formazioni corazzate indipendenti vennero reintrodotte. Le teorie di Tuchačevskij, riabilitate nei fatti, ma mai ufficialmente, come sempre accadeva nell'URSS Staliniana, servirono come base per la pianificazione di straordinarie vittorie Sovietiche come l'accerchiamento di Stalingrado e l'Operazione Bagration.
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Diamo ora un'occhiata a qualche foto emblematica del nostro Budënnyj.
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Dragone.
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Vittorioso comandante Rosso, con Voroshilov e la tipica budennovka (che ovviamente da lui prende nome).
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Baffi e ordini.
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Celebrato nella sua immagine ufficiale.
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Con i suoi ordini zaristi, tornati in auge durante la Grande Guerra Patriottica e l'abile campagna nazionalista di Stalin per esortare il popolo Sovietico alla guerra.
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Torniamo ora però ai ruggenti anni della Guerra Civile, quando la cavalleria di Budënnyj ancora aveva un senso a partecipò a centinaia di battaglie, nel disperato ed infine riuscito tentativo di salvare lo Stato Sovietico, stretto nell tenaglia della controrivoluzione e dell'intervento straniero. Ecco dunque due pezzi incredibili, la Shashka e la Mauser del Maresciallo dell'URSS Budënnyj. Inutile dirlo, pezzi unici.
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Infine, qualche foto di Budënnyj con la sua Shashka.
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Nel 1951.
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Al 16° Congresso del Komsomol nel 1970, quando donò la sua Shashka all'organizzazione giovanile del PCUS.