Andrea58 ha scritto:sven hassel ha scritto:Comunque sotto i regimi comunisti non era vietata la religione ma solo disincentivata. Non ipotizzo che un popolo come quello polacco ad esempio potesse esserne sprovvisto, ma non ho dati in merito.
Concordo in pieno sulla disincentivazione dell'aspetto religioso. In Germania Est, forse anche a causa del particolare substrato sociale, l'aspetto religioso non era per nulla trascurato ed, anzi, partiti di "ispirazione" religiosa (però sempre dal carattere laico, sulla tradizione del vecchio "Zentrum") siedevano in Parlamento anche con qualche scranno importante. Non entriamo nel carattere particolare ed assai poco rappresentativo del Parlamento tedesco orientale, però possiamo dire che c'era la volontà e la necessità di dare voce ai numerosi credenti delle varie confessioni. La pressione politica di alcuni gruppi religiosi riuscì a far istituire, nell'ambito dell'NVA, un servizio di leva "non armato" per gli obiettori di coscienza.
Come si può vedere la sfera religiosa era tenuta molto in considerazione, anche se si preferiva professare la collettività ed il socialismo come unico ideale nel quale credere. In quest'ottica di dedizione all'ideale ed allo Stato socialista il ministro di culto non era inserito ne ufficialmente ne ufficiosamente nella compagine dell'NVA, lasicando la cura d'anime al livello strettamente privato del credente. Il posto, come figura di consulenza spirituale, del cappellano militare veniva preso dai referenti politici, della SED in particolare, che nelle Forze Armate organizzavano cellule e sezioni, naturalmente di molto agevolate dai vertici militari stessi. Da questo punto di vista nell'ambiente militare la sociabilità politica prendeva il posto della cerimonialità e rappresentanza religiosa.
In parole povere la figura del cappellano nella Germania socialista è diametralmente opposta alla stessa nel panorama della Germania hitleriana. Nella prima è esclusa dal comparto militare, mentre nella seconda è mantenuta, anche con una certa rilevanza, con funzioni, oltre alla stretta cura d'anime, che non vanno al di là della propaganda nazionalsocialista.
Esempi simili di religiosità non ufficialmente presente ma tollerata possono essere riscontrati un pò in tutti gli stati socialisti europei, Polonia in primis. Non so nulla dell'Albania, invece. Per l'Unione Sovietica, poi, il discorso è un pò diverso. Il lungo e tormentato periodo rivoluzionario, unito ai lunghi processi anti religiosi degli anni '20 e '30, hanno portato le generazioni del secondo dopoguerra ad allontanarsi (anzi, a non entrarci mai) di molto dalla sfera religiosa. Tuttavia credo di essere andato un pò Off Topic...colpa dell'ora legale
