Complimenti, garuda, hai degli esemplari molto interessanti! E apprezzo il fatto che utilizzi la terminologia corretta (M59 e 59/85), non chiamandoli Neretva o "Ne44" come brutta abitudine di molti.
Andrea58 ha scritto:Si tratta sempre di materiale di difficile attribuzione perchè comune a tutti i contendente e per l'iniziale "artigianalità" delle decal. Comunque nei balcani si è visto di tutto percui credo sia difficile trovare materiale palesemente falso.
Purtroppo Andrea negli ultimi dieci anni di falsi ne sono spuntati molti, proprio per la facilità con cui questi pezzi possono essere ritoccati e la fantasia più libera nell'abbellirli, non ci vuole nulla anche solo ad aggiungere un adesivo giusto per vendere il pezzo a 30/40€ invece che 5... quindi bisogna farsi un po' la mano, ma non è una scienza, gioca spesso molto l'istinto.
GC* ha scritto:1 - vi fu una produzione (massiccia, minima?) di elmetti durante gli anni '90 da parte dei belligeranti o per la maggior parte vennero riutilizzati elmetti Yugoslavi, appiccicandoci sopra adesivi o incidendoci simboli (scacchiera come nel caso del tuo Croato o croce con le quattro "C" nel caso Serbo)?
2 - esisto elmetti con insegne pitturate? Mi pareva di averne visto qualcuno serbo, marcato Yugoslovenskaya Armiya, con tricolore e scritta JA su spade..

1) Durante gli anni '90 non vi fu produzione di elmetti, anche perché i quantitativi stoccati di M59 prodotti fino agli anni '80 erano tali da non sapere ancora oggi cosa fare dei fondi di magazzino. Inoltre, la maggior parte degli M59 veniva montata a Hadžići, fuori Sarajevo, quindi in uno degli epicentri della guerra lungo tutto il quinquennio di conflitto armato.
L'M59 fu senz'altro l'elmetto più diffuso tra tutte le fazioni in conflitto, per la sua abbondanza e disponibilità in magazzini militari sia sotto il controllo dell'esercito federale che nei paesi secessionisti. Se i serbi avevano un canale diretto con la Jugoslovenska Armija e quindi non necessitavano di altre fonti, diverso per croati e bosniaci che, soprattutto nelle prime fasi del conflitto (1991/92) avevano necessità urgente di armarsi ed equipaggiarsi.
La Slovenia, per quanto in conflitto giusto per pochi giorni, va menzionata per il suo elmetto Veplas, un casco composito di produzione nazionale allora ancora allo stato di prototipo, ma utilizzato dalle prime truppe indipendenti slovene (gli studi sul modello erano iniziati ancora ai tempi della JNA, in parallelo con quelli sull'elmetto composito M89, di derivazione diretta dal M59 ma di tutt'altro materiale).
I croati godevano dell'appoggio politico della Germania che, non dimentichiamolo, proprio in quel momento attraversava la riunificazione, e si trovava con una VALANGA di materiale obsoleto della NVA di cui non sapeva cosa meglio fare che distribuirlo a vagonate come supporto alla Croazia. E' così che molti M56 tedesco-orientali sono arrivati in Jugoslavia, in maggioranza a uso croato e in minor parte per i bosgnacchi (bosniaci musulmani), ma sospetto tramite i croati più che direttamente i tedeschi. Altrettanto, i croati utilizzavano molti eurocloni dell'M1 statunitense, di varia provenienza: col loro aspetto yankee questi elmetti erano favoriti anche per il messaggio implicito che portavono, visto che nella vulgata popolare la Croazia rappresentava "l'Occidente" contro il medioevo orientale e bizantino serbo... Non erano poi inusuali le partite di M71 svizzeri, ma anche qualche polacco o cecoslovacco. Mezza Europa aveva magazzini di roba da smaltire, e la Jugoslavia era la discarica perfetta.
2 - Dipende cosa intendi per "insegne pitturate". Certo, in generale di scacchieri, gigli bosniaci, "4 esse" serbe ce n'erano a volontà, tutte dipinte a mano, ma se intendi qualche fregio ufficiale dipinto a mano, questo no. La versione più veloce fu coprire le vecchie stelle rosse con nuovi adesivi. Ve ne furono di diversi tipi, seguendo l'evolversi della cronaca. Il primo passaggio fu quello che tu citi, dalla stella rossa a un tondino tricolore della nuova Repubblica Federativa Jugoslava (Serbia e Montenegro) con spade incrociate (fanteria), e le iniziali JA al centro (Jugoslovenska Armija). Fu usato nel 1991-92, e fu l'ultimo simbolo della JNA: se ci si fa caso, infatti, nonostante all'apparenza le uniche lettere siano "JA", si nota che il trattino della A esce fino al J, quasi disegnando in mezzo una "H", che in caratteri cirillici è in realtà una "N", per cui sarebbe come JNA in cirillico serbo, JHA... diabolico!
A metà 1992 la JNA smette di esistere, e le iniziali JA/JHA spariscono, lasciando solo il tondino col tricolore jugoslavo e le spade. In gergo da caserma, il nuovo simbolo venne ribattezzato Pepsi-cola, per la somiglianza con la bevanda... Questa variante durò ancora meno, perché già nel 1994 venne introdotta l'aquila bicipite serba nelle diverse varianti per fanteria, marina e aviazione (con spade, ancore o ali aperte).