Ho trovato una sua breve biografia:
Kliment Yefremovich Voroshilov, (04/02/1881-02/12/1969), popolarmente noto come Klim Voroshilov, nacque il 4 febbraio 1881 a Luhans'k, nell'Ucraina orientale. Da giovane, seguendo la tradizione di famiglia (composta in gran parte da ferrovieri), lavora come apprendista macchinista e nel 1903 si unisce ai bolscevichi.
Dopo diversi esilii e condanne da parte dell'Okrana, partecipa alla Rivoluzione d'Ottobre nel 1917 a Pietrogrado, diventando poi Commissario per gli affari interni in Ucraina; l'anno successivo collabora inoltre con Feliks Dnerzinskji alla fondazione della Ceka.
Durante la guerra civile contro le armate bianche combatte su molti fronti, soprattutto nel settore meridionale, dove si ritrova come compagno d'armi e amico di Stalin a Tsaritsyn (1918).
Successivamente, in collaborazione con Stalin, gestisce il morale e i collegamenti della leggendaria Prima Armata di cavalleria nelle battaglie contro Denikin e i Polacchi, riportando un successo dopo l'altro prima della battaglia di Komarow (1920), in cui l'Armata Rossa fu sconfitta dai Polacchi a causa della cattiva coordinazione con le forze di Tuchacevsky schierate a Varsavia (dove subirono un scacco).
Ciò nonstante, la Prima Armata di cavalleria continuò vittoriosamente le proprie campagne contro Wrangel e attraverso la Siberia, fino alla conquista della Penisola dei Čukči, di fronte allo Stretto di Bering (1924).
Entrato nel CC nel 1921, Voroshilov si schiera fermamente contro il trotskismo e diventa Commissario del Popolo per gli affari militari e la Marina nel 1925, in sostituzione del defunto Mikhail Frunze (di cui adottò i figli); l'anno successivo viene ammesso al Politburo.
Alla fine degli anni '20, inizialmente schierato su posizioni bukhariniane, si allinea rapidamente con Stalin e, in occasione del cinquantesimo compleanno di quest'ultimo, nel 1929 scrive un piccolo libro intitolato Stalin e l'Esercito Rosso, in cui viene narrato il ruolo di Stalin nella guerra civile.
Nel 1934 diventa ministro della difesa e Maresciallo dell'Unione Sovietica l'anno seguente.
Nel 1935 la sua città natale viene rinominata Voroshilovgrad in suo onore (manterrà questo nome fino al 1958). Nello stesso anno, la città di Stavrpol fu rinominata Voroshilov (fino al 1943).
A lui vengono intitolati i carri armati KV-1 e KV-2, un incrociatore della Classe Kirov e
l'Accademia militare di Stato a Mosca.
Negli anni '30 Voroshilov gestisce una grande campagna di meccanizzazione dell'Armata Rossa, nonostante lo scetticismo di comandanti più conservatori come Budennji e Kulyk.
Svolge inoltre un importante ruolo nelle epurazioni dei tardi anni '30, soprattutto nell'esercito, contribuendo anche a correggere gli errori comessi e salvando i militari onesti arrestati per sbaglio.
Nel 1939 scrive il libro Stalin e la costruzione dell'Esercito Rosso.
"Chiunque può sollevare un fucile, dovrebbe averne uno." Tali furono le sue parole sugli affari militari in quegli anni.
Nel 1940, dopo un incidente di frontiera (bombardamento di Mainila da parte dell'artiglieria finlandese), inizia la Guerra d'inverno. Voroshilov è a capo dell'Armata Rossa; quest'ultima gode di una grande superiorità numerica, ma i Finlandesi hanno generale supporto internazionale, sono avvantaggiati dal territorio e dal clima e hanno infine migliori armi, ottimi equipaggiamenti mimetici e potenti difese (Linea Mannerheim).
L'Armata Rossa avanza rapidamente fino alla Linea Mannerheim, travolgendo le posizioni avanzate finlandesi con i carri armati KV-1. Le forze sovietiche avanzano anche in Carelia e ottengono la completa vittoria nella regione di Petsamo, impiegando per la prima volta le truppe aviotrasportate.
Nel frattempo l'aviazione bombarda le installazioni militari finlandesi e la flotta pone un blocco navale alle coste del Baltico.
L'Armata Rossa non riesce a sfondare la Linea Mannerheim, nonostante ripetuti attacchi, e viene fermata in Carelia. In quest'ultima regione, un gruppo di unità sovietiche riesce ad avanzare in profondità, ma viene sconfitto nella battaglia di Suomussalmi.
Dopo questa battaglia Voroshilov fu sostituito da Timoshenko come Ministro della difesa, che, con grande uso di forze corazzate, riesce a sfondare la Linea Mannerheim e penetra in profondità fino a Vyborg, costringendo la Finlandia alla resa e alla cessione di alcune regioni.
Allo scoppio della Grande Guerra Patriottica Voroshilov viene impegnato nella difesa di Leningrado. In questo incarico fa sfoggio di grande coraggio dirigendo le operazioni da settori molto vicini al fronte, incurante dei bombardamenti tedeschi, e guidando personalmente un contrattacco, armato unicamente di una pistola.
Alla fine del primo anno di guerra viene sostituito da Zhukov, il quale riesce a bloccare definitivamente l'attacco tedesco a Leningrado.
Durante il resto della guerra Voroshilov ebbe incarichi secondari e accompagnò Stalin alla Conferenza di Teheran.
Nel dopoguerra Voroshilov supervisiona la creazione della Repubblica Popolare di Ungheria. Riguardo a questo incarico e alla politica sovietica nei confronti dei paesi dell'Europa orientale disse:
"L'Unione Sovietica, fedele ai principi leninisti del rispetto per i diritti e l'indipendenza nazionale di tutti i popoli grandi o piccoli, è sempre stata ed è guidata nelle sue relazioni con gli altri paesi dai principi di rispetto reciproco per l'integrità territoriale e la sovranità, di non-aggressione, di non intervento negli affari interni di chiunque altro, di ugualianza e vantaggi reciproci, di coesistenza pacifica e cooperazione economica. "
A proposito della pace disse:
"Se ci godiamo i benefici della pace, è solo perchè abbiamo un'eccellente forza armata e una buona economia socialista. Cerchiamo di compiere tutti gli sforzi affinchè il nostro ulteriore sviluppo possa essere forte e potente, in modo che i nostri numerosi nemici possano pensare bene e a lungo prima di decidere di attaccare la nostra patria, e in modo che se attaccassero, presto se ne pentirebbero."
Nel 1953, dopo la morte di Stalin, divenne Presidente del Soviet Supremo ed entrò in contrasto con Krusciov, che fin dagli anni '30 lo considerava (letteralmente) "il più grande sacco di merda dell'esercito" e che lo accusò delle più stravaganti colpe*.
Voroshilov si schierò quindi con il "gruppo antipartito" e lo spalleggiò nel tentativo di rimuovere Krusciov nel 1957. Dopo il fallimento di questo colpo di mano e la rimozione dai loro incarichi della maggior parte degli "stalinisti", fu costretto a fare autocritica.
Ciò nonostante continuò a mettere i bastoni fra le ruote ai krusciovani che lo costrinsero a lasciare il suo incarico di Capo di Stato nel 1960, ufficialmente su sua richiesta.
Lo stesso anno fu espulso dal Soviet Supremo e l'anno successivo, con il XXII Congresso del PCUS, fu espilso anche dal CC. Al momento dell'espulsione Voroshilov era la persona che era stata nel Politburo più a lungo e lo "stalinista" che più a lungo resistette al revisionismo.
Dopo la caduta di Krusciov, Brezhnev riabilitò Voroshilov e lo ammise nuovamente nel CC (1966). Nei suoi ultimi anni Voroshilov scrisse le sue memorie e a volte intervenne in questioni politiche.
Nel 1968 ricevette una seconda medaglia di Eroe dell'Unione Sovietica; l'anno successivo morì e fu sepolto nel cimitero del Kremlino.
La città di Luhansk tornò a chiamarsi Voroshilovgrad in suo onore dal 1970 al 1989 e gli fu intitolata anche la città di Ussuriysk.
*Krusciov lo accusò aver passato più tempo a farsi ritrarre in pose eroiche dal pittore Gerasimov che a fare il suo lavoro. Inoltre lo accusò di essere un lecchino e un agiografo di Stalin.
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